Analisi di stabilità degli alberi

 Analisi di stabilita degli alberi

La valutazione delle condizioni vegetative, fitosanitarie e strutturali è un’indagine specialistica riconosciuta a livello internazionale in grado di valutare le condizioni di stabilità di un albero.

L'analisi deve essere condotta da un professionista abilitato il quale procede per prima cosa a una attenta osservazione dell’albero nel suo complesso e in ogni sua parte al fine di rilevarne ogni significativa anomalia morfologica e strutturale ed eventuali sintomi di alterazioni di natura patologica e fisiologica.

Le analisi visive possono essere affiancate da indagini strumentali con apparecchiature dedicate in grado di sondare lo stato interno del legno e rilevare la presenza e l’estensione di eventuali fenomeni degradativi, non riscontrabili o quantificabili dall’esterno. 

Lo strumento più comunemente impiegato per questo scopo è il dendrodensimetro: esso permette, attraverso la penetrazione nel legno (del fusto o delle branche più grosse) di una sottile sonda, di misurarne la densità e quindi la consistenza. In presenza di legno alterato o di cavità nascoste, il tracciato grafico evidenzia delle flessioni più o meno marcate. Le misurazioni avvengono in corrispondenza delle zone più critiche individuate dalle analisi visive precedenti. 
La presenza di carpofori (a sinistra) alla base della pianta è spesso indice della presenza di  una carie interna. L'indagine con dendrodensimentro (al centro) ne da conferma e permette di valutarne l'estensione (a destra).

In particolari situazioni, per esempio se si devono valutare alberi di grandi dimensioni, può essere necessario ricorrere al tomografo sonico: si tratta di uno strumento in grado di evidenziare lo stato interno del legno attraverso misurazioni di impulsi sonici emessi da speciali sensori connessi tra loro.

Il metodo è basato sulla tecnica ormai collaudata del martello a impulsi sonici utilizzato per la valutazione del legno già a partire dagli anni '60; tale strumento si basa sull’assunto che ogni sostanza solida, liquida o gassosa ha una velocità tipica di trasmissione degli impulsi sonici. Allo stesso modo, ogni tipologia di legno ha una propria velocità specifica; ne consegue che valori anomali rispetto agli standard della specie indicano in maniera quantitativa anomalie del legno registrabili come cavità, carie o semplici discontinuità. 

Alla fine il risultato è un grafico bidimensionale (tomogramma) che riporta la distribuzione della velocità di propagazione delle onde soniche all’interno del fusto, nella sezione in cui è stato condotto il test; l’immagine tomografica indica le dimensioni e la posizione della cavità o delle degradazioni del legno.
La tomografia è una indagine non invasiva che restituisce una immagine completa della sezione del fusto nella parte indagata. Le aree di legno degradato o cave sono indicate con un colore diverso rispetto a quelle sane (nel grafico di destra sono evidenziate dal colora arancio e rosso). 

Le immagini e i grafici restituiti dagli strumenti consentono ai tecnici di misurare lo spessoro di legno sano, l’estensione delle alterazioni ed il loro andamento. 

Sulla base dei rilievi visivi e strumentali effettuati, tenuto conto delle caratteristiche intrinseche della specie arborea e delle condizioni del sito radicazione, a ogni albero viene quindi attribuito un rischio di propensione al cedimento secondo la classificazione S.I.A. (Società Italiana di Arboricoltura) (Tab. 1).


Tab.1 - Classi di propensione al cedimento degli alberi.
A – TRASCURABILE. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni.
B – BASSA. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo e a un giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. L’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico.
C – MODESTA. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico ma avrà comunque una cadenza temporale non superiore ai due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme d’interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la classe di pericolosità dell’albero.
C/D – ELEVATA. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme d’interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell’albero. Nell’impossibilità di effettuare i suddetti interventi l’albero è da collocare tra i soggetti di classe D.
D – ESTREMA. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia quasi esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi essere abbattute.

L’attenta analisi delle condizioni di un albero e delle possibili cause d’instabilità fornisce le informazioni necessarie per valutare l’insieme degli interventi manutentivi e di potatura più idonei al fine di conservare l’albero in salute e garantire adeguate condizioni di sicurezza

Solo per gli esemplari che mostrano sintomi o difetti molto gravi non altrimenti trattabili e relazionabili a un’estrema propensione al cedimento (classe D) è previsto l’abbattimento. 
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